L’Irlanda di William Butler Yeats (2) : la Contea di Galway

Here, traveller, scholar, poet, take your stand
When all those rooms and passages are gone,
When nettles wave upon a shapeless mound
And saplings root among the broken stone,
And dedicate – eyes bent upon the ground,
Back turned upon the brightness of the sun
And all the sensuality of the shade –
A moment’s memory to that laurelled head.
(Coole Park, 1929. Traduzione: Qui viaggiatore, studioso, poeta, fermati a ragionare; quando tutte queste stanze e questi passaggi sono spariti, quando le ortiche si agitano su un ammasso senza forma, e sulle radici di alberelli tra le pietre rotte, dedica – con gli occhi abbassati sul terreno, la schiena girata verso la luminosità del sole e assaporando tutta la sensualità dell’ombra – un momento di memoria a quella testa rivestita d’alloro.)

La Contea di Galway – o in irlandese Gallimh –  è il centro culturale più importante del Gaeltacht, la fonte di preservazione naturale della lingua gaelica. Ancora oggi, una buona fetta della popolazione parla proprio il gaelico come prima lingua. Qui si trova la vera Irlanda, calamita per turisti da tutte le parti del mondo, ma anche per William Butler Yeats. Anche a inizio secolo Galway profumava d’Irlanda: la Contea, nello sperduto Occidente, era riuscita a mantenere un’indipendenza culturale più matura rispetto al resto dell’isola e gli inglesi, nonostante gli sforzi secolari, non erano riusciti a sottomettere la cocciutaggine gaelica. Yeats conosce Lady Gregory, che lo introduce nel cuore del Gaeltacht, da dove inizierà il risorgimento del nazionalismo irlandese.

galway-yeats La città di Galway è una delle più grandi dell’isola. Guardandola dal mare, con i suoi tetti sporgenti che ricoprono case color pastello, esprime tutta la sua atmosfera celtica. Attraversandola, si scoprono monumenti storici importanti, come il Lynch Castle – in passato la sede del potere cittadino, oggi sede di una filiale della Allied Irish Bank. Unica costruzione medievale rimasta intatta in città, è un maestoso edificio in stile gotico che fa da ponte tra la Galway antica e quella moderna. La St. Nicholas Collegiate Church, la più grande chiesa medievale irlandese tutt’oggi in uso, fu costruita nel XIV secolo e sopravvisse alla devastazione e alla distruzione compiute da Cromwell.

gallway-races-yeats Uno degli appuntamenti più importanti di Gallway sono le Gallway races, sette giorni ininterrotti di gare equestri. I cittadini della Contea aspettano l’ultima settimana di luglio ogni anno per assaporare un’atmosfera unica. Nell’edizione del 2015 verranno disputate 49 gare, dal 27 luglio al 2 agosto. Gli appuntamenti da non perdere: il Galway Plate il terzo giorno, la corsa storica più tradizionale; il Ladies Day, la giornata dedicata alla quota rosa dei fan. Giochi, divertimento, feste, adrenalina. Tutto questo è stato descritto anche da William Butler Yeats nel 1998, dopo aver partecipato al festival con l’amica Lady Gregory. Il poeta si sofferma sul disordine, un miscuglio di sudore dei corridori, nei festeggiamenti e nella grida della folla. Il caos che diventa unità, l’Irlanda che diventa Nazione.

There where the course is,
Delight makes all of the one mind,
The riders upon the galloping horses,
The crowd that closes in behind:
We, too, had good attendance once,
Hearers and hearteners of the work;
Aye, horsemen for companions,
Before the merchant and the clerk
Breathed on the world with timid breath.
(At Galway races, 1908. Traduzione: Qui è dove inizia il percorso, il piacere rende tutti una mente sola, i corridori sui cavalli al galoppo, la folla che li accerchia: anche noi una volta avevamo un buon seguito, ascoltatori e rincuoratori del nostro lavoro; oh, fantini come compagni, prima del mercante e del prete, respiravano sul mondo con un timido sospiro.)

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William Butler Yeats trova nella Contea di Gallway l’atmosfera culturale, l’ambiente naturale e le compagnie adatte a far crescere in cui il bisogno di creare un nazionalismo irlandese forte e maturo. Vive a Thoor Ballylee dal 1916. Chiamata oggi anche Yeats’ Tower. Si trova nella città di Gort, nella zona meridionale della Contea. La torre era di proprietà dei residenti di Coole Park, la famiglia Gregory. Yeats rimane talmente ammaliato dall’edificio da chiedere all’amica Lady Gregory di venderglielo. Vuole passare le sue estati qui con la sua famiglia, immerso nell’atmosfera gotica irlandese, tra storia, arte, cultura e natura. È proprio il poeta a pretendere di cambiare il nome utilizzando termini gaelici: da “tower” a Thoor – cioè torre.

Sound of a stick upon the floor, a sound
From somebody that toils from chair to chair;
Beloved books that famous hands have bound,
Old marble heads, old pictures everywhere;
Great rooms where travelled men and children found
Content or joy; a last inheritor
Where none has reigned that lacked a name and fame
Or out of folly into folly came.
(Coole Park and Ballylee, 1931. Traduzione: Il suono di un ramoscello sul terreno, un suono di qualcuno che si affatica da una sedia all’altra; libri amati che mani famose hanno rilegato, antiche menti marmoree, vecchie immagine ovunque; grandi stanze dove viaggiatori e bambini hanno trovato felicità o gioia; un’ultima eredità in cui nessuno ha regnato, che manca di un nome e di fama, dalla sanità diventò pazzo.) colepark 405 ettari di parco naturale. Il polmone verde che trasuda di tradizione gaelica della Contea di Gallway si chiama Coole Park. È la culla del Gaeltacht. Lady Gregory mette a disposizione la residenza della sua famiglia a tutti gli intellettuali nazionalisti che desiderano contribuire a costruire la nuova Irlanda, e a combattere per l’indipendenza dall’Inghilterra. Il parco è stato reso famoso dalle poesie di Yeats. Descrive le “seven woods”, le verdi foreste, la tranquillità, la pace. La natura dell’Irlanda.

The trees are in their autumn beauty,   
The woodland paths are dry, 
Under the October twilight the water   
Mirrors a still sky; 
Upon the brimming water among the stones   
Are nine-and-fifty swans.
(The wild swans at Coole, 1916-1917. Traduzione: Gli alberi sono nella loro bellezza autunnale, i sentieri del bosco sono asciutti, nel crepuscolo di ottobre l’acqua riflette un cielo immobile; sull’acqua fra le pietre ci sono cinquantanove cigni.)
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A Coole Park c’è anche un lago, ma non uno qualsiasi. È un Turlough, laghi che stagionalmente appaiono e scompaiono. Le acque cristalline si trasformano in fango d’autunno e si prosciugano completamente in primavera, per poi ritornare con le grandi piogge. Yeats rimane affascinato da questo fenomeno tutto irlandese, così come dai suoi abitanti, i cigni selvatici. Oggi il parco è una riserva naturale protetta e riconosciuta dall’Unione Europea.

Under my window-ledge the waters race,
Otters below and moor-hens on the top,
Run for a mile undimmed in Heaven’s face
Then darkening through ‘dark’ Raftery’s ‘cellar’ drop,
Run underground, rise in a rocky place
In Coole demesne, and there to finish up
Spread to a lake and drop into a hole.
What’s water but the generated soul?

Upon the border of that lake’s a wood
Now all dry sticks under a wintry sun,
And in a copse of beeches there I stood,
For Nature’s pulled her tragic buskin on
And all the rant’s a mirror of my mood:
At sudden thunder of the mounting swan
I turned about and looked where branches break
The glittering reaches of the flooded lake.
(Coole park and Ballylee, 1931. Traduzione: Fuori dal mio davanzale le acque corrono, lontre di sotto e morene in superficie, corrono per un miglio in faccia al paradiso verso la luminosità. Poi nell’oscurità attraverso la buia discesa nella cantina Raftery, corre sottoterra, risorge in un luogo roccioso, nella proprietà Coole, per poi finire per sgorgare in un lago e gocciolare in un buco. Che cos’è l’acqua se non l’anima generatrice? Sul bordo del lago c’è una foresta, ora tutti i ramoscelli asciughi sotto un sole invernale, e lì sto, nel bosco di faggio, perché la natura ha tirato su il suo tragico stivaletto e tutti gli sbraiti sono uno specchio del mio umore: all’improvviso un tuono di cigni di montagna, mi giro e guardo dove i rami si rompono, lo scintillio raggiunge il lago inondato.)

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#ioleggoperchè: la battaglia per la conquista di nuovi lettori

#ioleggoperchè è la risposta a tante cose. La crisi dell’editoria, ma soprattutto la crisi della lettura, sembrano inarrestabili. Dopo l’uscita dell’ultimo rapporto Istat sul declino del libro, l’AIE, l’associazione italiana editori, ha messo in piedi un progetto di dimensioni mastodontiche per salvare la letteratura. Dal 9 febbraio al 23 aprile – giornata mondiale del libro – iniziative, bandi, eventi, contest, per vincere la guerra e andare alla conquista di nuovi lettori.

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Giorgio Erede, musicante di ricette e suggeritore di piatti

geredeNella cucina di Giorgio Erede, la musica non deve mancare. Avvocato milanese di successo, dopo 35 anni di carriera è uscito da quel mondo con una sensazione di disgusto. Oggi ha scritto un libro, aperto due ristoranti (poi venduti perché «l’imprenditore non lo so fare»), si è inventato addirittura un nuovo lavoro. Vive immerso tra ricette, consigli, tavoli e prelibatezze. Per incontrarlo basta recarsi a “La Drogheria Milanese”, ristorante nel cuore di Milano, in conca del Naviglio. Ingredienti sani e piatti studiati al minimo dettaglio. Dalle vetrine già si nota un signore distinto sulla settantina girare tra i clienti e chinarsi al loro orecchio per sussurrare consigli sul menu. Qualche ricetta l’ha anche consigliata ai cuochi, come l’Insalata di polipo e sedano su crema di ceci. «Mi pagano solo una specie di rimborso spese. Questo è fondamentale perché se io venissi pagato, i miei suggerimenti potrebbero non essere sinceri. Ho fatto togliere dei piatti dal menù a furia di sconsigliarli

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Milano, se a teatro si beve un caffè

La città della cultura e nel 2015 anche la città del libro. Da sempre capitale del teatro. Milano offre a cittadini e turisti innumerevoli palcoscenici, che ogni stagione lanciano commedie e tragedie, monologhi e opere d’autore. Tra una rappresentazione e l’altra gli spettatori possono riprendere fiato, prendersi un caffè, o ritrovarsi per un aperitivo proprio a due passi dal sipario. Ecco i più originali luoghi di ristoro dei teatri milanesi.

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“Ritorno a Haifa”, scavare il passato per capire il futuro

Ritorno a Haifa è stato pubblicato nel 1969.  La prima edizione in lingua italiana è del 1986

Ritorno a Haifa è stato pubblicato nel 1969. La prima edizione in lingua italiana è del 1986

Said  e Safiya, marito e moglie, palestinesi, sono i protagonisti del romanzo breve di Ghassan Kanafani: “Ritorno a Haifa”. Come lo scrittore, i due coniugi hanno dovuto abbandonare la loro casa nel 1948, a causa dell’invasione israeliana. Dopo 29 anni Kanafani immortala il loro ritorno verso quella che ora è la dimora di una coppia di ebrei polacchi, nella piccola cittadina del nord dello stato di Israele. Continue reading