Le valli e i monti del Trentino, fotografia della passione di una figlia ingrata

frontespizio-figlia-ingrataIl cartello stradale mi avverte quando sto abbandonando il Veneto per entrare in Trentino: la linea rossa segna il confine tra due mondi. Ogni volta che supero questo spartiacque, apro la bocca per respirare a pieni polmoni, convinta che l’aria diventi per miracolo più tersa, cristallina, salubre, anche se filtra appena dal finestrino socchiuso della macchina. Lasciarmi alle spalle la pianura padana, con le sue nebbie e tutte le implicazioni di questo appellativo geografico, mi rasserena, mi mette addirittura allegria. Il Trentino è la mia isola felice, un singolare spazio sciamanico di passaggio e di trasformazione che tra i primi piani e sfondi dinamici mi parla attraverso le immagini. Avverto forte il ritmo della sua voce seducente. Mi faccio concava e porosa per lasciarmi accogliere“.

Ogni estate lo stesso percorso. Ogni agosto gli stessi luoghi, la stessa casa, gli stessi boschi. Non è una vacanza quella che Saveria Chemotti racconta nel romanzo “La passione di una figlia ingrata“. È un ritorno alle origine, costante, ciclico. Obbligato. Curare la madre affetta da Alzheimer è insieme una forzatura e una passione. Di quella figlia che si sente ingrata, perché non ha dato abbastanza amore, perché non ha mai veramente capito le angosce della donna che l’ha data alla luce. Di quella figlia che cerca in modo disperato di raccogliere qualche verità da una mente che non è più lucida, di ricostruire la storia di una vita che sente anche un po’ sua.

Dopo qualche decina di chilometri arrivo nell’ampia vallata che da Trento piega verso il Garda, antico alveo del fiume Adige dalla caratteristica forma a U, chiamata Valle dei laghi perché è zona ricca di specchi d’acqua, grandi e piccoli, trasparenti nei giorni di sole come perle incastonate ai piedi delle Dolomiti, i Monti pallidi che li costeggiano, regali. Mi accoglie, come ogni volta, srotolando davanti ai miei occhi avidi i tratti familiari dei luoghi delle mie origini. Presto attenzione a tutto quello che mi circonda per recuperare intimità con le cose che mi sono mancate“.

Le valli e i monti trentini fanno da sfondo allo sforzo dell’autrice di richiamare alla memoria i ricordi più importanti. Le persone che hanno deviato – in positivo o in negativo – la sua vita. Il suo universo si concentra sul femminile. Per gli uomini molti risentimenti. Un padre innamorato della sua cagna da caccia. Un padre che sfida continuamente la sua voglia di studiare. Un marito che gioca con i suoi sentimenti e la abbandona nel momento del maggior bisogno. Un marito inaffidabile, traditore.

E poi ci sono le donne. Quattro generazioni che si scontrano e si fondono nel racconto in prima persone di Saveria Chemotti. Nonna Linda, la mamma, e la nipote Diana. La prima, fondamentale. Nonna Linda è lo specchio della sua anima. Combatte per formare la sua mente e il suo corpo. “Avevo sempre nostalgia delle mie passeggiate sulle montagne, col loro ciglio rassicurante come il cielo, col verde dei prati dove le lunghe fila di alberi facevano corona al mio regno di campi coltivati“. Durante una vacanza Saveria pensa alle montagne. Perché le montagne sono la sua casa ed è là che vive nonna Linda. È là che sta morendo. Il grande trauma della sua vita non sono stati i due tumori sconfitti, né l’abbandono del marito. Il dramma è non essere stata accanto a quella nonna che è stata anche madre e sorella.

Diana è la stampella che la sorregge durante la permanenza estiva in Trentino. Mattinate piene di camminate per essere preparate ad affrontare una madre irriconoscibile il pomeriggio. “Stamattina ho sgambettato per più di due ore sulle coste dello Stivo assieme a Diana. Il tedesco Stief, che viene dal latino obstipus, significa ripido o monte per il pascolo, come confermano le greggi di pecore e le mandrie di mucche badate a vista dai cani pastore nei recinti crudeli. L’odore dei loro escrementi sparsi sul terreno si confondeva con quello gradevole delle resine e dell’erba appena tagliata”. E ancora: “Diana mi coinvolge continuamente in nuove passeggiate, per distrarmi, stimola ogni giorno la mia curiosità trascinandomi a visitare i percorsi archeologici che si snodano tra i boschi delle Prealpi circostanti, testimonianze di un popolamento preistorico dell’età del bronzo e del rame“.

E sullo sfondo c’è lei, la donna attorno a cui ruota tutto il romanzo. “Non si era mai mossa da casa, attaccata alle sue radici e all’amore geloso di mio padre che la custodiva e la proteggeva, temendo che qualche sguardo potesse sfiorarla, sporcarla, rimarcando le stimmate del suo passato. Quando andava a fare la spesa in Cooperativa, lui contava i minuti che impiegava a tornare dal negozio. Lei correva: l’ho sempre vista correre, muoversi sinuosa e rapida sulle scale, salutare frettolosamente con un sorriso le persone che incontrava, abbassare gli occhi dinnanzi agli uomini del paese. Elegante, semplice, slanciata, bellissima“. Una vita passata a rincorrere le persone a lei più care. La donna che l’ha partorita, per poi scappare in America e lasciarla alle cure degli zii. L’uomo che ha sposato, tanto innamorato quanto possessivo, da cui non poteva allontanarsi, ma da cui non voleva separarsi. La figlia, vicina ma distante, sempre attaccata alle gonne di nonna Linda e che ora non riconosce più. Continua a cercare con lo sguardo qualcuno più lontano. Senza vedere le suppliche di perdono di una figlia che si sente ingrata.

Le ho amate entrambe, separando le stagioni del loro amore per me. Come posso trattenerle sotto la mia pelle senza confondermi irrimediabilmente con loro? Schiacciata dal peso di una duplice presenza materna, dai vincoli irriducibili, dai conti in sospeso, passo in rassegna le età della mia vita, ma non arrivo mai a una forma compiuta, piena. Cammino senza tregua lungo i viottoli e tra gli arbusti, nelle radure in pieno sole, come in una lunga digressione, in una divagazione mai finita, per allontanarmi dai luoghi enigmatici che mi tormentano. Sono vittima e carnefice insieme, chiusa in un dolore irrisolto“.

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